Una melodia di speranza tra le macerie dei conflitti
Data 10 May 24 di MarcelloIn mezzo al fragore dei cannoni e al pianto dei feriti, c'è un suono che persiste, un'armonia che sfida la distruzione e solleva gli spiriti oppressi. È la musica, un faro luminoso che guida attraverso le tenebre della guerra.
Nelle trincee fangose della Prima Guerra Mondiale, le note di canzoni patriottiche riecheggiavano tra i soldati, infondendo loro coraggio mentre affrontavano l'orrore della battaglia. Le melodie di casa, di amore e di speranza, erano un conforto per coloro che combattevano lontano dalle proprie famiglie e dai propri affetti.
Nel cuore della Seconda Guerra Mondiale, la musica divenne un'arma potente nella lotta contro il male. Le canzoni di resistenza ispiravano la speranza e la determinazione nei cuori oppressi dai regimi totalitari. Dai canti partigiani nelle foreste europee alle ballate blues negli Stati Uniti, la musica era un riflesso della resilienza umana di fronte all'oppressione.
La musica, un linguaggio universale che trascende i confini culturali, ha la straordina...
Data 13 Feb 24 di FilippoLa musica, un linguaggio universale che trascende i confini culturali, ha la straordinaria capacità di esprimere emozioni, raccontare storie e trasmettere messaggi senza bisogno di parole. Tuttavia, avete mai provato a pensare come la lingua che parliamo quotidianamente, possa influenzare la musica che creiamo?
In questo articolo approfondiremo l'affascinante relazione tra linguaggio e musica, esplorando i modi in cui le sfumature linguistiche possono modellare l'espressione musicale.
Pattern ritmici e cadenze linguistiche
Uno dei modi più evidenti in cui il linguaggio influenza la musica è attraverso schemi ritmici (in musica definibili come “pattern”) e cadenze del parlato. Lingue diverse hanno strutture ritmiche, accenti e pause fonetiche ben distinte, che possono trovare la loro strada nella composizione della musica. Ad esempio, le lingue con un’enfasi ritmica più prevalente, come lo spagnolo o l’italiano, possono ispirare i compositori a incorporare elementi vivaci e percussivi nella loro musica.
Intonazione melodica e sonorità
Le lingue variano anche in termini di intonazione melodica e modelli tonali. Nelle lingue tonali come il cinese mandarino o il tailandese, dove l’altezza (intonazione) di una parola può cambiare il suo significato, i musicisti possono essere più in sintonia con la creazione di melodie che enfatizzano le variazioni di altezza. Ciò può portare a una musica più diversificata dal punto di vista melodico e ricca di espressione tonale.
Quando imparare l’inglese (bene) apre nuove porte... succede anche ai VIP
Data 22 Nov 23 di MarinaCari amici, ormai la società italiana ha capito che dell’inglese non si può fare a meno: vuoi per viaggiare sereno, vuoi per trovare lavoro (o trovarne uno migliore, o avere un avanzamento di carriera), vuoi per essere a tuo agio nel seguire le parole di una canzone anglofona che tanto ti piace, o leggere in lingua originale il tuo autore preferito o, infine (last but not least) stare al passo con i giovani, siano essi figli tuoi o del mondo, che cominciano a masticare l’idioma inglese quando ancora non sanno scrivere (anche se non sempre la scuola dell’obbligo riesce ad essere efficace nell’insegnamento della lingua straniera, soprattutto per l’elevato numero degli alunni per classe).
Ritornando alle “porte” del nostro titolo: sicuramente si possono aprire, oppure anche no, come è successo a qualche bravo attore italiano, interpellato per ruoli anglofoni, ma non selezionato per via di un inglese scarso… Valerio Mastandrea, Elio Germano, Marco Giallini, Silvio Orlando ne sanno qualcosa. Al pari delle bellissime e talentuose Claudia Gerini e Sabrina Ferilli.
Ma passiamo a testimonianze positive di successo: ecco a voi quattro illustri esempi di VIP che l’inglese se lo sono imparato per bene, esattamente come stanno facendo i fantastici corsisti e le meravigliose corsiste delle lezioni EasyEnglish di MusicArt! (Approfitta anche tu della prima lezione gratuita, per te e/o per i tuoi figli: capirai che i nostri corsi sono divertenti, efficaci, motivanti!).
Meravigliosa icona di sensualità tutta italiana, a partire dalla fine degli anni ’50, Sofia Loren diventa la protagonista, recitando in inglese, di numerose produzioni statunitensi di rilievo, affiancata dai più grandi volti maschili di Hollywood.
Nel 1958, per la regia di Melville Shavelson, recita al fianco di Cary Grant nella commedia romantica “Un Marito per Cinzia”, considerato, insieme a Orchidea Nera, uno dei suoi migliori film americani.
È un problema sempre più diffuso nel mondo della musica trovare cantanti che si devono sottoporre a operazioni chirurgiche delicate alle corde vocali.
Uno dei più evidenti esempi attuali è Adele che è ritornata a cantare non più con la voce e il successo di una volta. La fama che diventa più grande della voce, perché le corde vocali non riescono a reggere lo sforzo che il successo richiede. La storia di Adele è clamorosa ed esemplare, ma non isolata: molti cantanti hanno abusato della propria voce, utilizzando metodologie di emissione scorrette, voci che spingono e sollecitano le corde vocali a sforzi pericolosi e innaturali. Molti si potrebbero domandare: "Quelle voci graffiate o urlate possono danneggiarti per sempre?". La risposta è sì, se la tecnica vocale è errata.
Nel rock ad esempio, negli anni 70', abbiamo visto un Robert Plant frontman dei Led Zeppelin utilizzare voci gridate al limite dell'estensione per poi non riuscire più, dopo circa 10 anni, a rieseguire nello stesso modo le stesse identiche canzoni. E qualcuno mi potrà dire: "Vabbè è l'età che avanza!". La risposta che potrei dare è che a 40 anni un cantante dovrebbe essere nel pieno della sua carriera e al massimo del suo splendore. Se avviene il contrario vuol dire che la voce è stata letteralmente maltrattata. Un altro esempio è il tanto amato Freddie Mercury, una delle voci più incredibili della storia della musica moderna, che ha avuto grossi problemi, ma rifiutò l'intervento per paura di rimanere danneggiato. La lista si allunga a James LaBrie dei Dream Theater che nella sua giovane età lo abbiamo visto fare cose incredibili con quegli acuti quasi irraggiungibili, per poi doversi fermare più di una volta e sottoporsi a riabilitazioni ed interventi. Sono finiti dallo specialista anche star come Sam Smith, operato dopo un'emorragia, Michael Bublé, Céline Dion, Bono, Whitney Houston, Justin Timberlake, Bjork, Elton John, Ian Gillan ed altri ancora.
È interessante notare come i gusti musicali cambino nel corso del tempo, riflettendo le tendenze culturali e sociali. Il pop, il rock e il rap sono stati a lungo tra i generi più popolari, ma è intrigante vedere come l'indie e la trap stiano guadagnando terreno tra i giovani.
L'indie, abbreviazione di "independente", rappresenta spesso artisti e band che operano al di fuori delle major discografiche, enfatizzando l'autenticità e la creatività. La trap, d'altra parte, è un sottogenere dell'hip-hop caratterizzato da ritmi intensi e l'uso prominente di casse "dritte". La crescente popolarità di questi generi potrebbe riflettere una maggiore apertura nei confronti della diversità musicale, con i giovani in cerca di suoni innovativi e nuove prospettive. È anche possibile che le piattaforme di streaming e la facilità di accesso alla musica abbiano contribuito a una maggiore diversificazione dei gusti musicali.
Parliamoci chiaro, alla fine tutto si riduce a questa domanda: perché suonare uno strumento, oppure perché consigliare ai nostri figli di cimentarsi con la musica?
Sicuramente questo richiede uno “sforzo” sia in termini di impegno che di “fatica”, è inutile negarlo, ma è anche vero che non esiste attività, seppur ludico creativa, che non lo richieda.
Giocare a calcio/pallavolo/basket/nuoto (pensate pure allo sport che più vi piace) non costa “sforzo” e “fatica”? Non hanno forse anche loro un costo economico? Certo che sì, c’è la quota d'iscrizione, quella mensile/annuale, ci sono gli allenamenti, le partite, le trasferte ecc. così come impegnative sono tutte quante le attività.
La domanda centrale rimane quindi: perché la musica?
Eh già… perché la musica?
Come insegnante di chitarra è da molti anni che mi trovo a rispondere a questo, soprattutto a genitori il cui figlio vorrebbe intraprendere un percorso musicale.
Spesso mi viene detto: no, fa già calcio, basket, nuoto, e scacchi… non ha tempo, lo sport gli fa bene fisicamente perché deve crescere e poi la scuola, i compiti… vorrei, mi piacerebbe tanto ma non si può.
Ma perché?!
La musica non fa bene? non fa crescere?
La musica di largo consumo tra majors, pubblico e viceversa
Data 4 Sep 23 di Marcello ColomboLa musica di largo consumo è quella che viene ascoltata dal maggior numero di persone, ed è spesso caratterizzata da sonorità semplici e orecchiabili, testi accattivanti e un'immagine “material”.
L'influenza che le majors, le grandi case discografiche, hanno sulla musica di largo consumo è un tema molto dibattuto. Mi è sorto un pensiero scaturito da questo ragionamento che penso possa raccogliere i vostri favori.
C'è chi sostiene che esse siano in grado di influenzare i gusti musicali della gente, promuovendo artisti e generi che rientrano nei loro interessi commerciali. C'è chi invece sostiene che siano i gusti del pubblico a influenzare le scelte delle majors, che sono costrette ad adattarsi a ciò che piace alla gente per avere successo.
In realtà, analizzando bene l'assunto, la verità è probabilmente un po' di entrambe le cose.
Da un lato, è innegabile che le majors abbiano un ruolo importante nel plasmare la musica di largo consumo. Hanno accesso a enormi risorse finanziarie, che possono utilizzare per promuovere artisti e generi che potrebbero non essere popolari di per sé. Inoltre, le case hanno un forte controllo sui canali di distribuzione musicale, come le radio e le piattaforme di streaming. Questo significa che possono influenzare le scelte di ascolto del pubblico.
I Social influenzano i gusti musicali dei millenials?
Data 4 Sep 23 di Marcello ColomboLa musica ha sempre svolto un ruolo importante nella vita dei giovani, ma nell'era dei social media il suo ruolo è diventato ancora più centrale.
Per i millennials, la musica è un modo per esprimere la propria identità e le proprie emozioni. È una forma di evasione dal mondo reale e un modo per connettersi con gli altri.
I social media hanno contribuito a rendere la musica più accessibile e diffusa che mai. Grazie a piattaforme come Spotify, YouTube e TikTok, i giovani possono ascoltare musica da tutto il mondo con un semplice tocco sullo schermo. Hanno anche contribuito a far emergere nuovi generi musicali e artisti.
I giovani sono sempre alla ricerca di nuovi suoni e stili, e gli smartphone forniscono loro un modo per scoprirli.
L'incidenza di essi sulla musica è evidente in diversi modi. Innanzitutto: hanno rivoluzionato il modo in cui i giovani ascoltano musica. Non sono più legati a un formato specifico, come il CD o il vinile, ma possono ascoltare musica ovunque e in qualsiasi momento.
Sanremo, i giovani e il mondo LGBT
Data 25 Feb 23 di Marcello ColomboSanremo è uno degli eventi musicali più importanti e seguiti in Italia. Giunto alla sua 73° edizione, il Festival della Canzone Italiana continua ad appassionare grandi e piccini con le sue canzoni, le sue star e le sue storie.
Ma se da un lato il Festival è sempre stato un punto di riferimento per la musica italiana, dall'altro, sembra che stia diventando sempre più difficile coinvolgere i giovani, tanto che la maggior parte delle canzoni che partecipano alla gara vengono definite “musica per vecchi”.
Per questo motivo, è fondamentale che il Festival si apra sempre di più al mondo dei giovani, attraverso l'inclusione di artisti emergenti, la promozione della diversità musicale e l'utilizzo di canali di comunicazione moderni e innovativi.
Cosa è successo negli ultimi anni? Che fine hanno fatto le band?
Data 16 Feb 23 di Ivan GazziCosa è successo negli ultimi anni?
Che fine hanno fatto le band?
Quelle formate da ragazzi, uomini, persone che hanno fatto musica assieme, in un garage, in una sala prove, che si confrontavano, si alleavano per un unico credo e progetto, quelli che si divertivano e si scontravano su accordi arrangiamenti, brani...
Insomma, come si faceva una volta. Come si è sempre fatto.
Negli ultimi anni e tutt’ora va molto l’individualismo, in tutte le sue forme.
Con l’arrivo del PC, di nuovi e sempre più innovati software e hardware, siamo arrivati a fare musica soli in una stanza, se così provocatoriamente possiamo definirla.
Sono Ivan Gazzi. Insegno musica da 30 anni, e sono il presidente di MusicArt con sedi nella provincia di Monza Brianza, Lecco e Como – (Malgrate, Dolzago, Cassago, Inverigo, Besana B.za e Lesmo).