Pubblicato il 25 Feb 23 - Autore Marcello Colombo
Sanremo è uno degli eventi musicali più importanti e seguiti in Italia. Giunto alla sua 73° edizione, il Festival della Canzone Italiana continua ad appassionare grandi e piccini con le sue canzoni, le sue star e le sue storie.
Ma se da un lato il Festival è sempre stato un punto di riferimento per la musica italiana, dall'altro, sembra che stia diventando sempre più difficile coinvolgere i giovani, tanto che la maggior parte delle canzoni che partecipano alla gara vengono definite “musica per vecchi”.
Per questo motivo, è fondamentale che il Festival si apra sempre di più al mondo dei giovani, attraverso l'inclusione di artisti emergenti, la promozione della diversità musicale e l'utilizzo di canali di comunicazione moderni e innovativi.
Si è visto in questi ultimi anni, lo “sforzo” della gestione artistica di Amadeus che, oltre a propinarci colpi di scena di baudiana memoria (vedi ad es. Bugo e Morgan, o l'exploit teatrale di Blanco), si sia prodigato ad avvicinare star influencer dei social moderni, come la Ferragni; predicatori scandalosi all'americana come Fedez o Benigni (del quale ahimè ora è in odore solo della sua tomba artistica, siamo lontani dai tempi dell'inno del corpo sciolto o del papocchio), e abbia inoltre aperto ampiamente l'orizzonte al mondo LGBT (es.: il presentatore travestito Drusilla Foer). Fanno capolino ormai da anni giovani che hanno dichiarato senza equivoci le loro preferenze sessuali: Madame, Ariete, Mahmood, gli scandalosi e androgini Måneskin, solo per fare dei nomi.
Ma tutto questo a parer mio è un bene.
Meriterebbe un approfondimento il discorso sulle marchette.
È fin troppo evidente che il Festival oggi sta in piedi con la pubblicità, che, per l'amor del cielo, non possiamo di certo negare, ma aldilà del discorso topico sul canone e non canone, è veramente brutto scoprire che tutto lo spettacolo e l'ambaradan di artisti, nazionali e non intendiamoci, che girano sul palco dell'Ariston, poi finiscano per comparire nelle classifiche e in radio con nuovi album o annuncino il prossimo evento musicale, la turnè di turno, la reunion, o il film e il programma televisivo.
È stucchevole, non è più uno spettacolo verace e spontaneo, come lo sarebbe stato nelle corde dei fondatori della nota kermesse floreal-canora italiana.
Sanremo potrebbe diventare un'occasione inoltre per promuovere la “diversità musicale”, includendo artisti che rappresentino generi musicali diversi e che siano in grado di rappresentare la realtà multiculturale della società italiana, questo assunto lascio a voi interpretarlo o suggerirmi quali soluzioni.
In conclusione, l'importanza di avvicinare i giovani al Festival di Sanremo è fondamentale per garantire la continuità di questo importante evento musicale italiano. Solo attraverso l'apertura alla diversità musicale e all'inclusione dei giovani artisti, il Festival potrà mantenere la sua rilevanza culturale e musicale, coinvolgendo un pubblico sempre più vasto e trasversale.
Marcello Colombo